Nell’ambito della produzione di Aldo Finzi pervenutaci, il nucleo centrale più corposo e rappresentativo della sua musica è costituito dai lavori sinfonici. Ad essi è dedicato il CD di apertura della raccolta ALDO FINZI – THE GREATEST WORKS. Nunquam, presentato da Finzi ad un concorso svoltosi a Sanremo nel 1935, sembra essere influenzato da una parte da Richard Strauss, per certa discorsività motivica e formale (la tendenza allo sviluppo, l’impiego del cromatismo di ascendenza wagneriana, l’importanza attribuita al disegno tematico) e dall’altra dall’uso della modalità arcaica che ha come riferimento la produzione orchestrale di alcuni esponenti della cosiddetta ‘generazione dell’Ottanta’. L’orchestra è impiegata al gran completo, a differenza di quanto accade nel lavoro cronologicamente seguente, Interludio, per orchestra da camera con pianoforte. Basato su un materiale tematico estremamente ridotto, sono solo due i motivi che il compositore varia sapientemente, il secondo dei quali, di carattere lirico, ritorna nel corso del brano a mo’ di rondò. Di particolare efficacia è l’ingresso del pianoforte preparato da un movimento impetuoso dell’orchestra, di natura quasi espressionistica. Il pianoforte non ha, però, alcuna pretesa solistica, nonostante le difficoltà tecniche pur presenti nella parte, ed è solo timbro, colore d’orchestra. A fare da contrasto ad Interludio è la successiva composizione di Finzi, Danza. Composto tra il 1937 e il 1938, il brano è brevissimo e prevede grande orchestra al completo con due pianoforti, una nutrita sezione di percussioni e tre sassofoni. Questo lavoro rimane un’esperienza isolata nella produzione del compositore in quanto si distacca completamente per dimensioni, organico e stile musicale da tutti gli altri lavori orchestrali. Il linguaggio ricorda molto l’esperienza di Gershwin, tanto che si potrebbe ipotizzare quasi un tributo per la recente scomparsa del compositore, avvenuta nel 1937. Inni alla Notte, poema sinfonico ispirato all’omonima opera letteraria di Novalis (Hymnen an die Nacht, 1799), scritto tra il 1929 e il 1932, è concepito secondo un procedimento costruttivo ‘a pannelli’ largamente utilizzato sin dal 1920 da G.F. Malipiero. Mancano riferimenti espliciti in partitura al testo poetico, anche se i continui mutamenti di cui si compone la musica fanno pensare a un’ispirazione che segue proprio la traccia dei canti di Novalis. L’ultimo lavoro per orchestra di Finzi è rappresentato dal poema sinfonico Come all’ultimo suo ciascuno artista, che la sorella del compositore intitolò postumo, riprendendo un verso di Dante.

Il secondo CD, dedicato alla produzione da camera, si apre con il Quartetto per archi, composto nella seconda metà degli anni Venti. Articolato in tre movimenti di ampie dimensioni, ha una costruzione in cui la continua trasformazione di frammenti di motivi, ridotti talvolta a piccole cellule, creano una successione di episodi senza soluzione di continuità. Il linguaggio musicale è sicuramente contraddistinto dall’uso del cromatismo, con sezioni in cui vengono toccati tutti i dodici suoni della scala cromatica (III tempo). Si ritrova il linguaggio proprio del repertorio cameristico di Finzi con interessanti innovazioni anche nella costruzione ritmica. Il Quartetto ha nel lunghissimo Lento e grave del secondo tempo il suo punto di massima ispirazione e lirismo. Alla metà degli anni Trenta risale la stesura della Toccata. Il pezzo, di ampie dimensioni e dominato da una ricca varietà timbrica ed espressiva, rientra nella tradizione pianistica della toccata che ha origine nel periodo romantico, intesa come forma autonoma di carattere espressamente virtuosistico.

Il terzo CD si apre con il Salmo. Scritto nel 1944 e rimasto incompiuto nella sua parte finale, venne composto senza l’ausilio, se non sporadico, di uno strumento musicale. Il figlio del musicista ricorda come il padre lo abbia composto quasi per intero seguendo i suoni che egli immaginava e che evidentemente aveva ben chiari nella sua mente. Il lavoro, strutturato in quattro tempi caratterizzati da andamento musicale contrastante (calmo e sereno - ritmato e deciso - lento - con impeto) e scritto per coro e grande orchestra nella quale si alternano organo e pianoforte, si colloca nella tradizione di musica liberamente ispirata ai salmi (molti sono i compositori del Novecento i cui lavori si inseriscono in questa tradizione: Poulenc, Honegger, Stravinskij, Penderecki, Petrassi, Schoenberg). Difficile è dare una collocazione stilistica ben precisa a quest’opera che può essere considerata, a buon diritto, il testamento spirituale di Aldo Finzi: materiali di provenienza diversa sono ripensati e combinati all’interno di una scrittura prevalentemente dominata dalla modalità arcaica, al fine di ottenere un risultato assolutamente autonomo e stilisticamente originale. Alle ultime settimane di vita del compositore risale il Preludio e Fuga per organo. Finzi sembra qui ripiegare su un linguaggio caratterizzato da una maggiore adesione alla funzionalità tonale e su uno stile che ricalca quello della tradizione organistica di Bach: il preludio ha un andamento simile ad un corale e la fuga, a quattro voci, evidenzia semplicità e linearità nella scrittura. Chiudono la raccolta quattro delle sei Liriche per soprano e pianoforte delle quali rimane documentazione. Nonostante le logiche compositive diverse, questi lavori presentano elementi comuni che le caratterizzano: un certo equilibrio formale che segue il modello strofico del testo e la volontà di creare un legame con la tradizione, mediante l’utilizzo di armonie quasi sempre riconducibili al sistema tonale; si evince però la volontà di allontanarsi dagli schemi tradizionali per mezzo di movimenti armonici inusuali, accenni alla pentafonia e l’utilizzo di aggregati armonici complessi. Inoltre, altro elemento comune è un certo gusto che guarda alla Francia e a Debussy in particolare, gusto che si manifesta, in due casi, anche nella scelta del testo in lingua francese.

In what has been passed on to us his symphonic works constitute the central, most representative and consistent part: they are framed by a few albeit interesting chamber works, along with the Serenata al Vento and his Psalm.

CHAMBER MUSIC The most significant works belonging to Aldo Finzi’s repertoire of chamber music include six lyrical songs for soprano and piano, a Sonata for violin and piano, a String Quartet, a Toccata for piano, a Prelude and Fugue for organ. He also wrote a series of lesser works, mainly for piano. Altogether documentation exists of six compositions for voice and piano C’era una volta…, Rondini, La Voix de Sélisette, Barque d’or, Serenata and Catharine. Despite the different logic of composing, these works feature some common elements: a certain formal equilibrium that follows the verse model of the lyrics and the desire to create a link with tradition by way of the use of harmonies that almost always hark back to the tonal system; though one senses the desire to abandon traditional patterns via unusual harmonic movements, pentaphonic excerpts and the use of complex harmonic structures. What is more another common element is a certain taste for France and Debussy in particular, that also manifests itself in two cases in the choice of lyrics in French. Continuing through the repertoire we find the Sonata for violin and piano. Written in 1920 for his diploma in composition, it was performed for the first time in Milan in 1927. Set out in three movements, it presents a structure featuring related motifs. Of particular interest the first movement, both due to the way it reaches beyond the sonata form via a polythemic verse architecture – a sort of ‘short symphonic poem’ – as well as for the exposition of the two main motifs: both are presented at the same time and entrusted respectively to the two instruments, violin and piano. As well as this, the work is based on elements borrowed from symbolism, with analogical connection in the harmonies and chromatic associations, with the general application of the principle of sound sensitization (close to Skrjabin and Berg) as well as the structural use of the Quartenakkord, with a timbre that swings between impressionism and expressionism. The String Quartet, composed in the second half of the twenties, is in three long movements. The verse structure of the first movement of the Sonata for violin and piano is replaced by a construction with the continuous transformation of motifs, sometimes reduced to small cells, creating a succession of episodes in continuum. The musical language is certainly characterized by the use of chromaticism, with sections that touch on all twelve notes of the chromatic scale (third movement). Finzi’s typical chamber music style prevails with interesting innovations in the rhythmic constructions: from the simple hemiola of the Sonata for violin and piano he switches to episodes of polyrhythm. With the long lento e grave in the second movement the Quartet reaches its point of maximum inspiration and lyricism. The drafting of the Toccata dates back to the mid-thirties. The piece, extensive and dominated by a rich variety of timbres and expressiveness, falls within the tradition of the piano toccata that originated in the Romantic period, understood as a separate form of a specifically virtuoso character. Lastly, the Prelude and Fugue for organ, work dating back to the last weeks of the composer's life. Finzi here seems to resort to a means of expression featuring a greater adherence to the tonal capabilities and a style that recalls the Bach organ tradition: the Prelude has a similar pattern to a choral piece and the Fugue, in four voices, has been composed in a simple and linear manner. Coeval to the Prelude and Fugue are three studies, these too for organ, of which only the outline of the first remains.

MUSIC FOR ORCHESTRA Aldo Finzi’s orchestral output includes seven pieces, five of which symphonic poems. The first song in chronological order for which the music remains is Cyrano de Bergerac, a symphonic poem inspired by Edmond Rostand’s eponymous play, performed in 1929 by the conductor Vittorio Gui. The three themes that inspire the song - Cadets of Gascony, Cyrano and The Kiss - are at the basis of a tripartite structure that is divided internally into sections. Articulated in a different way, Inni alla Notte is another symphonic poem inspired by the famous literary work of Novalis (Hymnen an die Nacht, 1799). Written between 1929 and 1932, year of its first performance, Inni alla Notte follows a ‘panel’ like structure broadly used by G.F. Malipiero since 1920. Unlike the previous poem, explicit references in the score to the poetic text is lacking, even if the continuous changes the music undergoes imply an inspiration that closely follows the pattern of Novalis’ songs. L’Infinito in turn is shorter than the two previous poems. The form is tripartite, a restlessly moving piece set between two calmer sections, each of which featuring the exposition and development of a well-defined theme. Unlike the two previous orchestral works, Finzi in this poem seems to adopt a style closer to classical patterns: the three sections that make up the song have a unitary character, they do not in fact have the continuous changes in tempo, in the agogic and character that are seen in “Cyrano” and even more pronouncedly in Inni alla Notte. The orchestra is in full force with two harps and piano, an instrument the latter present from then on in all Finzi’s subsequent orchestral works. The first of these is Nunquam, name used as a motto by Finzi when presenting the song to the judges of the contest held in Sanremo in 1935. The song seems to be influenced on the one hand by Richard Strauss for a certain motivic and formal conversational style (the way it tends to develop, the use of Wagnerian chromaticism, the importance given to the thematic design), and on the other by the use of the archaic mode, alluding to the orchestral production of some exponents of the socalled ‘eighties generation’; here too the orchestra is used in full force, as opposed to the subsequent work: Interludio, for chamber orchestra with piano. The latter is based on an extremely limited subject material, there are only two motifs that the composer varies skilfully, the second of which, of lyrical character, returns during the piece in the form of a rondò. Particularly effective the piano entry, introduced by a mighty movement of the orchestra, almost of an expressionistic nature. The piano though has no soloistic pretentions, despite the technical difficulties the part presents, and only provides timbre and orchestral color. Finzi’s subsequent composition Danza offers a sharp contrast to his Interlude. Composed between 1937 and 1938, the piece is very short and requires a large full orchestra with two pianos, a large percussion section and three saxophones. This work is an isolated example in the composer’s output and stands apart from all his other orchestral works for its brevity, the number and type of instruments and musical style. The language is very reminiscent of the experience of Gershwin, so that it might almost be a tribute following the death of the composer in 1937, close to the time of piece’s writing. The last orchestral work by Finzi is a symphonic poem posthumously entitled by the composer's sister, Matilda, as Come all’ultimo suo ciascun artista - “As at his utmost every artist must”*. * Quotation from Dante’s Divine Comedy, Paradise, 30th Canto, vv 31.

OPERA AND PSALM La Serenata al Vento is a playful comedy in three acts by Carlo Veneziani. The libretto bears indications of time and place: the whole story takes place in a no better identified Montappiè, and the year is 1810, at the height of the Napoleonic empire. The centrepiece to the story is a serenade, sung in the middle of the night by an unknown figure, which is seen to jeopardise the honour of a young girl, the protagonist Loly. The comic nature of the plot derives from this event and the investigations made to discover who was responsible: three characters, for different reasons, are attributed the authorship of the serenade that, in the end, turns out to have been sung by the quartermaster Pistola and not for Loly, but for Finetta, her maid. Finzi’s musical language enjoys free range to experiment in the theatrical space of playful comedy: as Gian Paolo Sanzogno writes, "he uses a freely 'atonal' language“ . Lastly comes the Psalm. Written in 1944 and left unfinished in its final part, it was composed almost wholly without the aid of a musical instrument. Indeed the musician’s son recalls how his father composed it almost entirely following the sounds he imagined and that were evidently very clear in his mind. The work, divided into four movements, features a contrasting musical pace (“calmo e sereno” – “ritmato e deciso” – “lento” – “con impeto”) and was written for choir and large orchestra, in which organ and piano alternate, in the tradition of music freely inspired by the psalms (many the 20th century composers that followed this tradition: Poulenc, Honegger, Stravinsky, Penderecki, Petrassi, Schoenberg). It is difficult to give a precise stylistic definition of this work, that can be considered quite rightly the spiritual testament of Aldo Finzi: materials of different origin (G. Fauré's Requiem, The martyre de Saint-Sébastien by C. Debussy, but also the late-Romantic choral tradition and the theatrical tradition of the time) have been redesigned and combined into a style mainly dominated by archaic modes, leading to the attainment of an absolutely independent and stylistically original result.

Tracklist

•   1 10:23 Nunquam Moscow Philharmonic Orchestra / Dmitry Yablonsky
•   2 21:20 Come all'ultimo suo ciascuno artista The Russian State Orchestra / Dmitry Yablonsky
•   3 09:51 Interludio or Chamber Orchestra with piano Orchestra Aldo Finzi Diacronia / Gian Paolo Sanzogno
•   4 18:19 Inni alla notte (Symphonic Poem) The National Symphony Orchestra of Ukraine / Nicola Giuliani
•   5 04:15 Danza for 2 Pianos, 2 Saxophones & Orchestra The Russian State Orchestra / Dmitry Yablonsky
•   6 08:10 Shylock, Ouverture Moscow Radio Symphony Orchestra / Gian Paolo Sanzogno
•   7 02:09 Pastoralina per Piccola Orchestra The Russian State Orchestra / Dmitry Yablonsky
• Quartetto per Archi - Quartetto Erasmus
•   8 09:44 I - Giocoso
•   9 19:45 II - Lento e Grave
• 10 07:16 III - Animato
• 11 04:35 Pavana per Pianoforte Simonetta Heger
• 12 09:20 Toccata, per Pianoforte Simonetta Heger
• 13 02:42 Piccola Berceuse, per Violoncello e Pianoforte Alberto Pisani / Roberto Melini
• 14 03:47 Valzer Lento N. 1, per Pianoforte Simonetta Heger
• 15 02:50 Valzer Lento N. 2, per Pianoforte Simonetta Heger
• 16 02:27 Pastoralina, per Violino e Pianoforte Giambattista Pianezzola / Simonetta Heger
• 17 02:50 Tempo di Marcia, per Pianoforte Simonetta Heger
• 18 04:55 Tempo di Fox-Trot, per Pianoforte Simonetta Heger
• Il Salmo (Psalm for chorus and orchestra) - Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi / Gian Paolo Sanzogno / Civici Cori di Milano / Mino Bordignon
• 19 06:29 I - Calmo e Sereno
• 20 05:24 II - Ritmato e Deciso
• 21 08:35 III - Lento
• 22 05:42 IV - Con impeto
• 23 13:02 Preludio e Fuga per Organo Fausto Caporali
• 24 05:38 Pavana per Clarinetto e Orchestra d'Archi I Solisti Aquilani / Bruno Di Girolamo / Giovanni Battista Mazza
• 25 03:10 Valzer Lento N. 2 per Orchestra I Solisti Aquilani / Giovanni Battista Mazza
• Liriche per Soprano e Pianoforte - Laura Crescini / Simonetta Heger / Khibla Gerzmava, Soprano & Catherine Ganelina, Piano
• 26 02:57 I - La Voix De Sélisette
• 27 01:17 II - C'era Una Volta
• 28 02:20 III - Rondini
• 29 01:50 IV - Catherine
• 30 04:27 Pavana per Piccola Orchestra Orchestra Aldo Finzi Diacronia / Gian Paolo Sanzogno